Cercare sempre l’amicizia, anche nel momento in cui sembra difficile realizzarla. Puntare sull’armonia. Mostrare l’accoglienza. Mettersi in gioco. Essere flessibili. Pazienti e rigorosi. Non schiavi del programma, quale che sia, ma pronti a premiare il movimento, anche impercettibile, del proprio studente. Non severi, né selettivi, ma custodi attenti di fronte alla personalità in formazione.
Uscire dal mansionario. Assumere la responsabilità dello sguardo altrui. Non isolarsi. Lavorare uno a uno, o per piccoli gruppi. Gomito a gomito con le altre coppie didattiche.
I nostri nemici sono il voto, il giudizio, la lista dei primi classificati. Questo non significa che rinunciamo a registrare i progressi, quando ci sono. Guidiamo e sosteniamo i migranti nei loro percorsi di apprendimento.
I nostri amici sono gli analfabeti nella lingua madre. Quelli che non hanno mai tenuto una penna in mano e, dopo un anno di lezione, sanno a malapena scrivere il proprio nome e cognome.
Sono loro i nostri preferiti. Per questo abbiamo creato, nei due libri del manuale “Italiani anche noi” appositi esercizi tutti per loro, fatti apposta per chi comincia.
Dopo un’ora di lezione si distribuiscono cioccolatini, biscotti e caramelle!
Siamo molto affezionati anche ai ragazzini egiziani, spesso non scolarizzati, i quali ci danno tanto filo da torcere perché non vogliono mai staccarsi gli uni dagli altri.
Insegniamo la lingua italiana a fondo perduto, senza pensare al risultato che potremmo ottenere, ma avendo fede nell’azione didattica in cui ci impegniamo.
L’atmosfera della nostra scuola coinvolge tutti: gli studenti in primo luogo. I quali percepiscono di non vivere in un contesto didattico tradizionale. Intanto perché ci sono tanti professori quanti sono i ragazzi. Poi perché capiscono che qui si fa tutto gratis. Qualcuno di loro per sdebitarsi regala una mela alla volontaria.
Lo stile della Penny Wirton è quello di essere autonomi ma intercambiabili, pronti a intervenire quando c’è la necessità di farlo. Sentirsi parte di una comunità. Sapere che la sfida dell’integrazione si vincerà o si perderà proprio qui, fra i banchi di scuola. Il linguaggio non è solo un mezzo di comunicazione, ma si configura come la casa del pensiero.
La scuola Penny Wirton è uno dei tanti laboratori antropologici dell’Europa contemporanea.