Lezioni a tu per tu o per piccoli gruppi, senza pensare a programmi e valutazioni, ma puntando sempre al massimo che si intravede come possibile per la persona cui cerchiamo di insegnare: a volte sarà poco, a volte moltissimo…
Al centro della strumentazione didattica, sempre in elaborazione e in arricchimento, sono i due volumi scritti da Eraldo Affinati e Anna Luce Lenzi, con illustrazioni di Emma Lenzi, frutto dell’osservazione diretta e della verifica in corso d’opera sui modi d’apprendimento degli studenti di varia condizione e provenienza: Italiani anche noi. Corso di italiano per stranieri. Il libro della scuola Penny Wirton, Il Margine, Trento 2011 e 2015 poi Erickson 2019 (detto libro rosso): offre in 25 lezioni un corso completo di italiano, dall’analfabetismo al livello C1 del riferimento europeo,
Italiani anche noi. Il libro degli esercizi della scuola Penny Wirton, Il Margine, Trento 2015, poi Erickson 2019 (detto libro blu): rinforza il precedente con una arricchita varietà di esercizi; in Appendice, preparazione al test di italiano A2 per il permesso di soggiorno CE, online le soluzioni di tutti gli esercizi e lettura ad alta voce di Eraldo Affinati .
I due libri nella nuova edizione Erickson 2019
In entrambi si fa grande ricorso alle illustrazioni colorate, particolarmente necessarie a facilitare l’insegnamento e l’apprendimento nei casi frequenti di studenti che non conoscono una sola parola della nostra lingua: un aiuto per i volontari che devono, come si diceva, insegnare senza spiegare.
L’utilità delle illustrazioni (singoli elementi o scene complesse, fino alle scene narrative in sequenze mute) ci ha spinto a chiedere all’autrice, Emma Lenzi, di produrre altre figure per esercizi anche giocosi, o giochi veri e propri, tali da indurre i più timidi o riottosi a impegnarsi o i più impegnati a rilassarsi: cartine figura – nome, cartine domanda – risposta, cerchi girevoli, CD narrativi, dadi e puzzle a doppia faccia figura –frase, lessico o frasi in giochi dimemoria attraverso
cui è possibile, volendo, costruire vere e proprie partite o gare, come con il grande Serpentone, una sorta di gioco dell’oca da usare in mille modi.
Una cura particolare rivolgiamo agli analfabeti, i più sensibili e i più fragili; a loro vanno offerti percorsi pratici perché prendano confidenza con le lettere e le relative combinazioni; ci siamo attrezzati di alfabeti mobili proprio per evitare che si assommino troppe fatiche in una, come accade se costringiamo lo studente a scrivere: capire il segno, il suono, il significato e soprattutto riprodurlo con una penna nelle proprie mani in un colpo solo, per alcuni di loro è davvero troppo: invece, agevolati dal trovare già fatta-e-finita la lettera, tutti gli analfabeti riescono più o meno in fretta a copiare parole e poi ad accedere all’enigma, decifrare i nomi delle cose più familiari e, soprattutto, capire che stanno entrando nel mondo della scrittura che finora li aveva esclusi.